Our Intelligent Tools

Thursday, January 14th, 2010 | Author:

Cervello Positronico

Durante la settimana a Merano, che mi sono concesso come vacanza natalizia, ho (quasi… mi mancano solo una quindicina di pagine 😉 ) finito di leggere l’antologia “Isaac Asimov – Robot Visions (questa antologia, che ho comprato negli USA durante il viaggio di nozze, è pubblicata anche in Italia dalla casa editrice “Il Saggiatore” sotto il titolo Visioni di Robot). Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1990, è idealmente diviso in due parti: nella prima si trovano alcuni dei più bei racconti di Asimov sui Robot (già presenti in altre sue raccolte e da lui scelti e in parte adattati per rendere l’opera più coesa nel suo complesso); nella seconda sono presenti alcuni sui saggi sempre riguardanti i robot, la robotica (interessante notare come più volte Asimov ci  ricordi di essere il padre di questa parola 😉 ) e sulla tecnologia in generale.

Tra i saggi presenti, uno mi è sembrato particolarmente interessante: Future Fantastic (Futuro Fantastico), soprattutto considerando il mio lavoro e quindi la continua iterazione che ho con gli studenti. Mi ero quindi riproposto di scrivere a breve un post al riguardo.

Non questo.

Infatti, una notizia che ho letto questa settimana mi ha richiamato alla mente un altro saggio presente nell’antologia: Our Intelligent Tools (I Nostri Strumenti Intelligenti… anche se alcuni preferiscono tradurre il titolo con I Nostri Intelligenti Attrezzi… ma proprio non mi piace 🙁 ). Ho preferito, quindi, scrivere prima un post relativo a quest’ultimo saggio.

In questo saggio, Asimov, spiega come secondo lui non è impossibile creare un cervello elettronico (i.e., un computer) che riesca a simulare quello umano: probabilmente sarà impossibile crearne uno di dimensioni paragonabili a quello reale, ma in fin dei conti la dimensione non conta (si prega di non ridere 😉 )... cosa importa se per simulare il cervello umano sarà necessario un computer grande quanto un appartamento? Asimov infatti dice (scusate per la traduzione non fedelissima) che “se immaginiamo che i componenti dei computer diventino sempre più piccoli e sempre più evoluti, e se immaginiamo, anche, che i computer stessi diventino sempre più grandi, allora potrebbe succedere che questi diventino capaci di fare le stesse cose di un cervello umano”.

Probabilmente quelli di IBM hanno pensato alla stessa cosa di Asimov quando hanno progettato il loro ultimo super computer: il Dawn Blue Gene/P supercomputer; un “piccolo” computer è composto da 147,456 CPU e ha una memoria ram di circa 144 terabyte (circa 144000 gigabyte 😉 ).

Probabilmente anche i ricercatori, che adesso lo stanno usando, hanno pensato la stessa cosa di Asimov: infatti l’ambito di ricerca principale è quello della simulazione di cervelli “complessi”. No, non c’è (ancora) da preoccuparsi 😉 : per ora sono riusciti a simulare cervelli di complessità paragonabile a quella dei gatti… effettivamente stanno anche lavorando per mappare (e simulare) il cervello umano, ma per ora non sono ancora riusciti a mappare più del 4.5% circa.

Siamo lontani dai cervelli positronici dei romanzi di Asimov, ma probabilmente ci stiamo avvicinando ad una nuova frontiera dell’intelligenza artificiale e delle conoscenze che abbiamo su come opera il cervelli 🙂 Speriamo che tutto vada per il meglio…:)

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