Il fantastico mondo delle review

Friday, February 19th, 2010 | Author:

Ieri mi è stato passato un articolo interessante (e abbastanza vecchio) comparso sul numero di dicembre 2005 della rivista Computer (volume 38 n. 12) della IEEE. L’articolo, intitolato “We Are Sorry to Inform You …”, porta la firma di Simone Santini dell’University of California, San Diego.

L’articolo è visibile sul sito dell’IEEE (naturalmente) ma anche sul sito di questo professore (Yuguang “Michael” Fang) dell’University of Florida.

Perché questo articolo è fantastico?

Perché riporta le prime review di articoli scritti da alcuni personaggi importantissimi dell’informatica moderna e che sono alla base della stessa (Modello Relazionale dei DBMS ed RSA per citarne un paio) … ma la cosa fantastica è che li bocciano senza se e senza ma.

Immaginate un revisore che dica (a Rivest, Shamir e Adelman) “Io dubito che un sistema come quello qui descritto sia realmente utilizzabile e gli autori fanno un pessimo lavoro nel convincere il lettore sul reale utilizzabilità del loro lavoro”: fantastico!

O immaginatevi un altro illuminato dire a Dijkstra “la programmazione strutturata è un esercizio accademico carino che funziona anche bene su piccoli esempi ma che difficilmente si adatta al mondo reale” per sostenere la tesi che i (famigerati) goto non moriranno mai: fantastico!

Per fortuna che ci sono stati altri revisori più lungimiranti… come funzionerebbero ora le nostre transazioni bancarie online senza la crittografia a chiave pubblica (i.e., RSA)? O come potrebbero funzionare tutti gli applicativi che solitamente usiamo (uno su tutti Google) se non ci fosse dietro la teoria relazionale di Codd.

Vi lascio all’articolo e vi auguro una buona lettura 🙂

P.S. mi sono accorto scrivendo questo post che Wikipedia riporta il cognome della A di RSA in modo sbagliato: Adleman al posto di Adelman… anche questa non è male 😉

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  1. jp says:

    Beh, il fatto che ci siano in giro bastian-contrari, magari smaniosi di sfruttare il discredito per diventare famosi, è un fatto assodato. Però è anche vero che se non esistesse la libertà di “dare dell’imbecille” a questo e quello, probabilmente vivremmo di concetti presi come dogmi di fede e/o assiomi inamovibili… Il “progresso” ne risentirebbe in qualche modo.

    Il modello relazionale ormai è consolidato da tempo e non mi pare che i nuovi mirabolanti paradigmi ad oggetti (applicati ai DB) siano così maturi da soppiantare il primo senza colpo ferire… O sbaglio? 🙂

    Anzi, l’abbondare e la diffusione di framework ORM (“wrapper”), mi pare dimostri il contrario… 🙂

  2. Eros Pedrini says:

    @JP: hai ragione 🙂 ma l’articolo era interessante (IMHO) in una ottica diversa: anche scoperte di tutto rispetto (pensiamo ad RSA) sono state accolte dalla comunità scientifica con scarso (per non dire nullo) interesse… come per dire: tranquilli ricercatori, anche se vi beccate ora una revisione negativa non è detto che il vostro lavoro sia da buttare 😉

    cheers e grazie per la visita 🙂

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