Una sera della scorsa settimana, dopo cena e dopo il primo turno di pulizie della casa (nella fattispecie: camera, anticamera e cameretta… in realtà adibita a studio), io e la mia dolce 1/4 (per chi se lo chiede la motivazione di questo nomignolo è semplicissima perché è 1/4 di me :O ) ci siamo messi sul divano e non essendoci nulla che suscitasse la nostra attenzione in televisione abbiamo optato per un DVD che giaceva da un po’ sulla mensola adibita a tale scopo (i.e., portare i DVD 😛 ). Un film di animazione, diretto da David Bowers nel 2009 e distribuito dalla Eagle Pictures: Astro Boy. Ok, ora potete riprendere fiato: lo so non è stato facile leggersi tutto di un fiato il periodo precedente 🙂 Ma non è questo il bello della lingua italiana? 😛
Per chi non lo sapesse questo film è una remake (concedetemi il termine) di un classico della animazione giapponese (anime) e dei fumetto (manga) giapponese: Astro Boy (per l’appunto), ideato da quello che a ragione (IMHO) viene chiamato il “dio dei manga”: Osamu Tezuka.
Altre opere famose di Tezuka sono (mi limito a quelle che sono sicuro essere state trasmesse in Italia): Kimba, il leone bianco e La Principessa Zaffiro (che ho sempre adorato). Senza dimenticare, forse, la più famosa per noi (ex-bambini di sesso maschile) italiani: Capitan Jet, che tratta tematiche vicine a quelle di Astro Boy.
Tezuka creò Astro Boy nel 1951 (procedendo nella serializzazione fino al 1968) ed è la prima opera giapponese a presentare uno dei classici canoni estetici che ormai siamo abituati ad associare ai “cartoni giapponesi”: i grandi occhioni. Interessante notare è che, per stessa ammissione di Tezuka, l’idea di donare ai sui personaggi questa caratteristica è nata dopo la visione di Bambi (di Walt Disney). Altra cosa da sapere è che Astro Boy è stato il secondo “cartone animato” mandato in onda in Giappone (in ritardo di pochi mesi rispetto a Otogi Manga Calendar).
Il film è gradevole (anche se come sempre è passato abbastanza in sordina nelle sale italiane) e narra, nella prima parte, la nascita di Astro Boy e del dolore che comporta la perdita di un figlio per un genitore; mentre la seconda è più votata all’azione con Astro Boy che vola (con le sue gambe a razzo) per la città (anch’essa volante) di Metro-city combattendo contro il cattivo Presidente Stone trasformatosi in robot per sua stessa stupidità. Naturalmente il nostro eroe scoprirà cosa significa avere degli amici (veri) e gli esseri umani (forse) impareranno a guardare ai robot con occhi differenti. Fondamentalmente l’incipit della serie animata è molto simile a quanto si vede in questo film, anche se ci sono alcune fondamentali differenze nella sceneggiatura: una su tutte nella serie originale il bambino (Tobio) a cui Astro Boy è stato costruito ad immagine e somiglianza muore in un incidente stradale, mentre in questo film viene ucciso, durante un esperimento, da quello che diventerà la nemesi di Astro Boy (il Pacificatore).
Consigliato a tutti, anche se non è un capolavoro 🙂 è sicuramente un film che può dare un ora e mezza di piacevole divertimento.