Questo post è un po’ insolito rispetto al target di questo blog… ma soprattutto non era il post che avevo pensato di pubblicare, in prima istanza, oggi (avrebbe dovuto essere della ricetta della torta bicolore 😉 )… ma ad essere completamente sinceri non era neppure il post che avevo pensato di pubblicare in seconda istanza (che avrebbe dovuto essere una dimostrazione matematica riguardo a quale sia il miglior modo di organizzare l’attività di review per una conferenza)… ma quindi di cosa parla questo post? Semplicemente di un plugin per WordPress che mi è piaciuto appena l’ho visto… che mi è piaciuto così tanto da installarlo e, dopo averlo provato, decidere di fargli un poco di pubblicità.
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LaTeX & WordPress
C++ Manuale di Stile di C. Pescio (parte 3°)
Devo chiedervi scusa: un po’ a causa delle agogniate vacanze di natale, un po’ a causa degli impegni lavorativi per la scadenza di un articolo per cui stavo facendo gli esperimenti, non sono riuscito a tenervi aggiornati sull’iniziativa di Carlo Pescio di cui vi avevo già parlato (maggiori informazioni le trovate in questi due miei precedenti post: “C++ Manuale di Stile di C. Pescio” e “C++ Manuale di Stile di C. Pescio (parte 2°)“) relativa alla riedizione del libro “C++ Manuale di Stile” che era edito da Infomedia.
Naturalmente non vi ho aggiornato sullo step più importante: il 19 Dicembre 2010 è stata rilasciata la versione definitiva 🙂 La versione Reloaded (come lo stesso Carlo la chiama) la potete scaricare direttamente dal link presente nel suo post.
Come sempre, per maggiori informazioni vi mando direttamente a quanto detto da Carlo:
Vi auguro una buona lettura 🙂 .
Anti-spyware: Ultima Frontiera
Recentemente mi è capitato di dover fare una review di un articolo che parlava di un filone di ricerca abbastanza particolare e che non conoscevo. Sinceramente leggendo il titolo e l’abstract dell’articolo sono partito abbastanza prevenuto: non è facile non sorridere ad un titolo che enfatizza l’analisi delle licenze dei software per trovare se un programma contiene al suo interno uno spyware. Ma non volendo che in un futuro si potesse verificare l’eventualità di essere considerato nel numero di quelli che hanno ostacolato una promettente tecnologia (come è successo nel passato con quelli che hanno cercato di ostracizzare la ricerca iniziale sulla crittografia a chiave pubblica), mi sono impegnato a fare un po’ di ricerca al riguardo. Questo post ne è il resoconto. Naturalmente non posso parlare dell’articolo che ho revisionato, non essendo stato ancora pubblicato; quindi mi concentrerò sugli aspetti innovativi, ma già pubblici, di questa ricerca.
App Inventor: giochiamo? – ouverture
Poco tempo fa ho parlato di Google App Inventor, affermando che potrebbe essere utilizzato come ottimo strumento per fare didattica. Per dimostrare che effettivamente è così ho deciso di provare a realizzare un applicazione completa… come sempre, in questi casi, il fanciullo che è in me prende il sopravvento e decide di sua sponte cosa si deve realizzare: e come sempre e naturale la scelta ricade su un giochino (altrimenti che fanciullo sarebbe? 😉 ).
Volendo dare ascolto al fanciullo, in un dialogo interiore, tra me e lui, decidiamo che giochino implementare e la scelta cade su un classico: il Motolabirinto (chi non sa cosa sia, corra ad affittare il film Tron della Disney). Naturalmente, non pensavo di realizzare chissà quale gioco complesso (anche perché App Inventor non è così avanzato 😉 )… mi sarei accontentato di una visuale dall’alto e una discreta velocità: in fin dei conti moltissimi anni fa ne avevo realizzato una versione per l’HP-48G… non avrebbe dovuto essere più complicato, realizzarne una versione equivalente per un dispositivo nettamente più potente. Sbaglio? Si, sbaglio. L’impresa si è dimostrata subito infattibile per alcune limitazioni tecniche di App Inventor: nell’attuale versione non è possibile ne accedere allo “schermo” per leggere i lo stato dei pixel su di esso, ne utilizzare strutture dati “complesse” come le matrici (penso che sia possibile comunque trovare una soluzione ma ci devo pensare ancora un poco 😉 ). Date queste due limitazioni non mi era possibile gestire le collisioni tra le moto è i muri del labirinto 🙁 .
Dopo un primo momento di scoramento, si è quindi deciso di provare un altro classico (ma veramente classico doc): Pong. Se ero riuscito a farlo programmare a degli studenti di 4 superiore in J2ME… non avrebbe dovuto essere più complicato. Sbaglio?
Google App Inventor
Dopo circa due mesi di attesa, all’inizio di Agosto, mi è finalmente arrivato l’invito per provare la beta di Google App Inventor. Per chi non sa cosa sia, ecco una breve spiegazione. App Inventor è una applicazione web basata su Java Web Start che permette di programmare dispositivi Android in un modo molto semplice ed intuitivo: componendo il programma come se fosse un puzzle. Concordo: non è certo una novità (tra gli esempi più noti possiamo sicuramente citare Lego Mindstorms) ed è anche vero che l’ambiente di programmazione deriva dal progetto Open Blocks (una libreria Java nata presso il MIT per il progetto StarLogo TNG), ma bisogna capire l’intento principale di questo progetto: creare un ambiente didattico per la programmazione di Android.